Rurability

Protetti ed esposti

Dal Comune ci siamo passati più o meno tutti, almeno una volta. Tutto l’inverno, per via del maltempo, ci si incontrava nello spazio coperto ricavato sotto la palazzina del municipio. Ci si stava anche d’estate, ma col caldo, spesso si preferiva migrare verso altri spazi, come l’argine, il boschetto o la piazza centrale. 

A qualunque ora ci si andasse, fosse mattina, pomeriggio o sera, al Comune ci si trovava sempre qualcuno. A fumarsi una sigaretta, a bersi una birra, a parlare con i vecchi di questioni esistenziali, a discutere di musica, del tempo, dei risultati della partita del Cagliari di domenica, di donne o di politica. A volte ci veniva a trovare qualche personaggio del paese, che un tempo era stato qualcuno. Si inseriva tra noi per raccontare le proprie esperienze di gioventù, per vantarsi un po’: “Eh, io alla vostra età…!”,  per cantare, per proporci di andare ad ascoltare musica a casa sua o per scroccare qualche sigaretta di tabacco fatta a mano.

A partire dal 2006, circa, ho frequentato il Comune. Era uno spazio condiviso da diverse “cricche”. C’erano molti ragazzi e poche ragazze, ma questo non aveva alcuna importanza. Erano pressoché tutti più grandi di me e solo io avevo il coprifuoco e dovevo tornare a casa entro una certa ora. Si ascoltavano generi musicali diversi e si avevano idee politiche diverse, se così si può dire. Ma c’era una certa convivenza civile tra i gruppi. Potrei scandire la mia adolescenza attraverso i generi che ascoltavo e le cricche che ho frequentato in vari periodi. Tra le medie e le superiori per me era soprattutto cultura Hip Hop. In paese c’erano diversi ragazzi che ascoltavano Rap, in particolare scena sarda ed italiana. Sulle panchine, sui pali e sulle lamiere dei contatori del gas, ci sono ancora i tag di alcuni di loro. Anche io avevo inventato il mio.

Nel pieno delle superiori, ancora rap, che via via si affiancava ad altri generi. Era una fase di transizione da una cricca ad un’altra. Non era qualcosa che accadesse di proposito o per qualche motivo. Semplicemente, una volta e poi un’altra ci si fermava a parlare di più con una persona, ci si scambiava un cd, si tornava a casa insieme, ed i giri cambiavano, arrivavano nuove persone, altre se ne andavano o si avvicinano ad altri gruppi. Anche con la musica è stato così. Folk, reggae, rock, punk, metal, grunge. Le influenze cambiavano in base a chi girava intorno al Comune, oltre che per i contatti a scuola.

Tra la fine delle superiori e il periodo dell’università si aveva la macchina. Fu un periodo bellissimo. Ci si incontrava al Comune per partire al mare o per seguire i nostri amici e sentirli suonare alle feste dell’arte, alle assemblee d’istituto, in qualche locale, pagati, forse, in birre. Riconoscevamo da lontano i passi accompagnati dalle catene metallare raggiungere il Comune. Le magliette nere strappate delle band, qualche camicia a quadri. Le birre del sabato sera, i litigi sulla politica, le polemiche su chi avesse ragione, gente che si innamorava e spariva, storie che nascevano, altre che finivano, con relativi schieramenti, gli amici che erano partiti e tornavano solo d’estate, ogni volta accompagnati da un ragazzo o una ragazza diversi dall’estate precedente.

Le nostre vite cambiavano, cambiava la musica, e quella tettoia era sempre lì, e c’è ancora, ad aspettarci. Quel posto che ci ha protetti ed esposti.

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Testimonianza di Sabrina Tomasi (anno rif. 2006)
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