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Arancia Meccanica torna nei cinema

Per tutti gli amanti del buon cinema il 2021 è un anno da non perdere! Ricorre infatti il 50° anniversario dalla prima uscita nelle sale di un vero e proprio film di culto: stiamo parlando di Arancia Meccanica, diretto da Stanley Kubrick e tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess. Per celebrare la ricorrenza la Warner Bros. ha riportato in sala (dal 29 novembre al 1 dicembre) questo capolavoro in una nuova edizione 4K, ovvero nella migliore definizione possibile.

Titolo originale: A Clockwork Orange

Regia: Stanley Kubrick

Sceneggiatura: Stanley Kubrick

Fotografia: John Alcott

Montaggio: Bill Butler

Interpreti: Malcolm McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Warren Clarke, Michael Bates, John Clive, Adrienne Corri, Carl Duering, Paul Farrell, Clive Francis, Michael Gover, Miriam Karlin, James Marcus, Aubrey Morris, Godfrey Quigley, Shaila Reynor, Madge Ryan, John Savident, Anthony Sharp, Philip Stone, Pauline Taylor, Margaret Tyzack, Peter Burton, Steven Berkoff, David Prowse

Durata: 136′

Colonna sonora: Wendy Carlos

Distribuzione: Warner Bros. Italia

Origine/Anno: USA, UK, 1971

Fonte: aforismi.meglio.it

Ambientato nella Londra di un futuro non troppo lontano, il film racconta le vicende di Alex De Large, capo indiscusso e carismatico di una banda di drughi le cui serate sono fatte di sesso, furti e violenza. Tradito dai suoi complici e condannato per omicidio accetterà di farsi rieducare con il “Metodo Ludovico” in cambio della libertà. Diventato così un cittadino esemplare Alex si dovrà scontrare con una nuova realtà in cui da carnefice diventerà vittima della crudeltà che lui stesso era solito esercitare.

Pellicola controversa e da subito al centro di un acceso dibattito, Arancia Meccanica non ha perso ancora il suo fascino e risulta attualissima per le tematiche trattate. La violenza, raffigurata in scene piuttosto crude e realistiche (finite tra l’altro nel mirino della censura), rappresenta il punto di avvio di un’interessante riflessione sul libero arbitrio. Si afferma infatti che uno dei tratti più caratteristici dell’essere umano è la libertà di scelta, soprattutto tra Bene e Male. Di conseguenza, tale scelta dovrebbe essere sempre il frutto di una decisione consapevole e non di condizionamento mentale, anche se attuato con metodi che si pongono fini apparentemente leciti.

Il tocco artistico ed estetico di Kubrick è evidente in questo film, e il suo perfezionismo è uno degli elementi che lo rendono unico. La mano sapiente del regista si fa notare nel montaggio, nelle eccentriche scenografie e negli altrettanto particolari costumi. Non si possono non ricordare i tavolini ispirati alle sculture dell’artista inglese Allen Jones “Chairs and tables” a forma di donna e i grotteschi abiti della madre di Alex. Nella casa assolutamente kitch dei genitori la stanza del nostro eroe chiusa come una cassaforte appare quasi un’isola di buon gusto dove domina un quadro che rappresenta il grande Beethoven, compositore preferito di Alex.

Fonte: thinkmovies.it

Sembra incredibile a pensarci oggi, ma Arancia Meccanica venne girato con un budget ridicolo rispetto alla grandiosità che sarebbe riuscito ad evocare, diventando un’icona pop, di genere, di cinema impegnato e quant’altro, ed è questo un ulteriore motivo di pregio per una delle pellicole più autenticamente distopiche mai realizzate. Un film determinato da una selezione di riprese ossessive, dove nulla è lasciato al caso, e da gesti meccanici, coreografici (Alex che danza nelle scene più violente, così come è in grado di diventare mansueto e farsi coccolare dalle autorità, è uno spettacolo ineguagliabile): in una parola perfetti proprio perché provati e ripetuti fino all’inverosimile. Basti pensare che solo il finale venne ripreso ben 74 volte, prima di pervenire alla versione finale.

In definitiva, Arancia Meccanica è quel tipo di pellicola autoriale controversa, lontana dalla tradizione di genere ma che, in parte, al cinema più popolare strizza l’occhio: è un film per cui è impossibile dire se sia drammatico, distopico, grottesco o che altro, che viene arricchito da elementi aggregabili che sono poi diventati negli anni codificatissimi sotto-generi. Il racconto di ordinario degrado urbano, il cinema decadente, un certo tipo di recitazione straniante e ostentata – le spiazzanti home invasion, l’infame tradizione del revenge movie, sono tutti elementi richiamati nel film con gradazioni differenti.