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Taekwondo per l’otto marzo: una lezione di difesa personale dedicata alle donne

I dati sulla violenza sulle donne in Italia ci dicono che nel 2020 15.387 donne, vittime soprattutto di violenza psicologica e fisica, si sono rivolte a un centro antiviolenza (dati ISTAT, 2020). Dal 2020 al 2021 i femminicidi sono cresciuti. Tra il 1 gennaio e il 21 novembre 2021, su un totale di 263 omicidi volontari commessi, 109 vittime erano di sesso femminile. 93 di questi omicidi sono avvenuti in ambito affettivo/familiare, 63 per mano di un partner/ex partner. I dati dal 1 gennaio al 20 febbraio 2022 parlano di 10 omicidi compiuti nei confronti di donne, 9 delle quali uccise in ambito affettivo/familiare, 6 da partner/ex partner (fonte: per il 2021 e 2022, dati del Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione centrale della Polizia Criminale – Servizio di Analisi Criminale).

La ASD Dinamika Fitness di Gonnosfanadiga, in collaborazione con il Ristorante Pizzeria El Peyote, Martedì, 8 Marzo 2022 in occasione della Giornata Internazionale della Donna organizza la prima edizione di Pink Brave Belt, un evento di difesa personale dedicato alle donne.

A condurlo, Manolo Graziu e Francesca Mura, cinture nere e maestri di Taekwondo ITF.

Alla luce dei dati e cogliendo l’occasione di questa importante iniziativa, abbiamo voluto intervistarli.

Ciao Francesca e Manolo!

Partiamo da voi: siete maestri e cinture nere di Taekwondo. Quando e come nasce questa passione per la disciplina?

Ciao e grazie per questa intervista!

M.: Entrambi abbiamo iniziato in età adolescenziale. Per quanto mi riguarda, fin da piccolo amavo le arti marziali, ma abitando in un paese piccolino come il nostro, c’era poco da scegliere a livello di sport e non potevo spostarmi nei paesi limitrofi, dove si praticava. A 7-8 anni entrai in possesso di due libri, vecchi e consumati, con qualche buco nelle pagine, che mi aveva regalato mio padre, sul Karate e il Ju Jitsu, essendo stato anche lui, da piccolo, molto appassionato. Leggevo ripetutamente questi libri, studiavo in modo approfondito, da autodidatta, e guardavo le immagini con le tecniche, cercando di fare pratica a casa, sull’elasticità delle gambe: a 8-9 anni riuscivo a fare la spaccata in modo semplice. Ho proseguito con questa passione e intorno al 1999-2000, avevo intorno ai 13-14 anni, si è inserito in paese anche il Taekwondo. Ho preso la palla al balzo, iscrivendomi e portando avanti questa disciplina che amo tanto e che è una parte di me, fino ad ora che ho 36 anni.

F.: Ho fatto tantissimi sport da bambina, fin dalla prima elementare. In adolescenza ho conosciuto la possibilità di fare arti marziali. Ho provato solo per curiosità, perché non pensavo che avrei mai potuto fare uno sport del genere. In precedenza avevo fatto ballo latinoamericano, pallavolo, insomma, cose completamente diverse rispetto a un’arte marziale. Ma una volta che ho provato, poi non ho più smesso, perché, effettivamente, ciò che mi dà quest’arte marziale nessuno sport me l’aveva mai dato.

Quali sono i valori e i principi alla base del Taekwondo? Potete raccontare anche un po’ di storia e aspetti culturali della disciplina?

M.: Si tratta di un’arte marziale coreana. Il termine Taekwondo si può suddividere in tre parti: Tae sta per “calciare in volo”, kwon sta per “pugno”, do è “arte” o “via”. Quindi è un’arte marziale dove si utilizzano le tecniche di pugno e di gambe e si completa con l’arte, la disciplina, basata su aspetti filosofici, morali, che accompagna l’atleta dall’inizio alla fine del suo percorso. Il Taekwondo è stato creato dal generale coreano Choi Hong Hi, che dopo anni e anni di duro lavoro e pratica, ha miscelato diverse arti, tra cui il Karate, il Taekkyeon e altre discipline marziali più alte. Quest’arte marziale nasce per la difesa delle persone più deboli, nell’immediato secondo dopoguerra, in un periodo di scontri tra Corea e Giappone: il termine viene coniato il 11 aprile del 1955. Il Taekwondo si basa su 5 principi, abbreviati nella sigla C.I.P.A.S., che corrisponde alle iniziali di Cortesia, Integrità, Perseveranza, Autocontrollo e Spirito indomito. Questi vengono insegnati agli allievi più piccoli.

F.: Alla base di questi principi c’è sicuramente il valore dell’aiuto e del rispetto reciproco. L’arte marziale può essere quasi uno specchio del carattere della persona durante la vita. Un po’ come avere dei comandamenti rispetto all’arte del vivere. Questi valori sono aspetti filosofici e culturali che accompagnano la persona nella vita e non solo nello sport. Un altro valore è l’autocontrollo. Si mette in risalto la possibilità e il diritto di ognuno di potersi difendere in situazioni in cui può essere lesa la propria vita. L’arte marziale ti insegna a proteggerti.

M.: Il Taekwondo è difesa personale pura, ma non è solo basato sul combattimento. Esistono alcune forme, in coreano: tul. Sono 24, come le ore di un giorno, ma rappresentano il tempo di tutta una vita. Per poterle eseguire in modo sinuoso serve costanza, pratica, molti anni. Si tratta di movimenti basati su attacchi e difese con avversari immaginari, che iniziano e finiscono sempre nello stesso punto e nascono per abbattere l’usanza del “occhio per occhio, dente per dente”. Le persone si sfidavano mostrando la propria abilità in queste tecniche, senza più combattere gli uni con gli altri.

Da diversi anni lavorate come maestri di TKD, avete riscontrato maggior partecipazione maschile o femminile? Quali sono le motivazioni che spingono le persone a praticarlo?

M.: Abbiamo avuto un riscontro pari, sia maschile che femminile. La parte femminile è sempre un po’ più lenta nell’inserirsi e approcciarsi all’arte marziale perché esistono ancora dei pregiudizi sull’idea che il Taekwondo sia una disciplina prettamente maschile. Ultimamente questo aspetto sta andando a diminuire: sempre più persone di genere femminile si inseriscono sia nel turno dei bambini che in quello degli adulti. Essendo un gruppo compatto, c’è stato un buon passaparola e le donne continuano ad aumentare. Ultimamente abbiamo avuto maggiore riscontro di partecipazione da parte di intere famiglie: le coppie con figli stanno trovando il tempo per praticare insieme lo sport, anche se in turni diversi (adulti/bambini).

Secondo me le motivazioni che spingono una persona a praticare il Taekwondo dipendono dal maestro e istruttore, dall’approcciarsi verso l’allievo, dal dimostrare la propria professionalità, nella serietà nello svolgere il proprio lavoro e nell’amore che si mette nel svolgere questa attività. Francesca ed io ci mettiamo tanto amore. Il Taekwondo è la mia seconda vita, il mio stile di vita, la mia passione più grande. Gli allievi ci riconoscono che riusciamo a trasferire loro la nostra passione. E questo è il nostro punto forte.

F.: Dal punto di vista culturale, il Taekwondo è uno sport adatto a tutti, per l’evoluzione e la crescita mentale e personale che nasconde il significato di ogni cintura. Ad esempio, il bambino che cresce mentalmente, acquista fiducia in se stesso, si responsabilizza e poi è pronto ad affrontare la vita.

Rispetto alle motivazioni, un uomo solitamente arriva a praticare un’arte marziale per la voglia di rimettersi in gioco. Come dico sempre, non è mai un confronto con gli altri ma un continuo confronto con se stessi: il mettersi alla prova, andare oltre i propri limiti e oltre le proprie paure, riuscire ad acquistare consapevolezza, che ti aiuta nella vita. Oltre questo c’è la voglia di svagare, di praticare uno sport, di scaricare l’energia. Le donne, purtroppo, a questa motivazione, che è quella di base anche per loro, devono aggiungere il fatto di volersi sentire un po’ più sicure. Si sente sempre più spesso di aggressioni nei confronti di donne, e non si parla solo di contesti familiari, ma non ci si sente sicure nemmeno ad uscire una sera con le amiche.

Passiamo all’evento del 8 Marzo: lezione di difesa personale dedicata alle donne. In che modo il Taekwondo può essere d’aiuto a una donna in pericolo di violenza o molestia fisica? Fare pratica può risultare utile anche a livello psicologico?

F.: Partendo dal presupposto che la violenza sulle donne sia un argomento talmente vasto e delicato, vorremmo che fosse chiaro fin da subito che noi non vogliamo assolutamente porci come la soluzione al problema. Se mi chiedi se praticare un’arte marziale possa essere psicologicamente d’aiuto a una donna, ti rispondo: Sì! Non soltanto in relazione a una violenza in famiglia o a una violenza in generale. L’arte marziale ti aiuta ad avere maggior sicurezza in te stesso/a nella vita di tutti i giorni, in qualsiasi situazione e contesto. Aiuta a prendere consapevolezza del proprio corpo, delle proprie capacità. Soprattutto, ti aiuta a capire se la persona che hai davanti voglia farti veramente del male o no. La prima cosa che insegniamo, e forse la più importante, è quella di evitare qualsiasi tipo di conflitto. Raccomandiamo alle nostre allieve di difendersi solo ed esclusivamente nel momento in cui questo sia imprescindibile per la propria vita. Quindi, già il fatto di prendere coscienza della situazione di pericolo, di dover evitare, aiuta le donne a non trovarsi in certe situazioni e a gestire in un’altra maniera determinate situazioni che potrebbero capitare, anche se si spera che non capitino mai.

M.: L’arte marziale può infondere nelle donne maggior sicurezza e autostima e far emergere anche la forza fisica che è in ognuna. Attraverso il Taekwondo stiamo lavorando per abbattere delle discriminazioni che ancora esistono.

Raccontateci di più: quali saranno gli step che accompagneranno i partecipanti durante la lezione?

M.: Prima di tutto, si lavorerà in massima sicurezza, seguendo le norme anti-Covid. Le ragazze lavoreranno in coppia. Si effettuerà un riscaldamento articolare e poi si passerà alla difesa personale, basata su tecniche, strategie e ci saranno varie simulazioni di aggressione. La difesa personale è un argomento molto ampio: in un’ora e mezzo dovremo sintetizzare le cose più immediate da immagazzinare e da utilizzare solo in casi estremi.

F.: Sarà qualcosa di molto semplice e adatta a tutte. Tutte saranno in grado di imparare queste tecniche: sarà una difesa base ma efficace. Cercheremo di dare delle dritte che possano servire fuori e che possano essere ricordate con facilità.

Grazie per questa chiacchierata. Prima di salutarci, vi andrebbe di dare un consiglio a chi vorrebbe avvicinarsi al Taekwondo?

M.: Il Taekwondo è uno sport completo, importante per la salute di chi lo pratica: a livello osseo, posturale, di preparazione fisica, per la perdita di peso, capace di tonificare, rinforzare. Abbiamo degli allievi, a cui l’ortopedico ha consigliato la pratica, che hanno riscontrato dei miglioramenti posturali nel giro di un anno e mezzo. Fa lavorare tutto il corpo: si basa sullo stretching, sull’elasticità, sul potenziamento, sulla respirazione.

F.: Per esperienza personale mi sentirei di dire a tutti di provare, perché prima di provare non si sa mai se una cosa possa piacere o meno. Mi sono resa conto che questo è il mio sport. Per carattere sono molto precisa, pignola. Questo sport mi aiuta a migliorarmi ogni giorno, a cercare il dettaglio, la precisione, mi aiuta a socializzare. Bisogna trovare ciò che ci fa battere il cuore e lavorarci tutta la vita, lasciare che questa cosa ci renda felici e ci dia soddisfazione, che poi è quello che ci fa andare avanti e trovare la motivazione per migliorarci ogni giorno. Siamo presenti nella vita dei nostri atleti, al di là delle lezioni, ci sentiamo regolarmente, perché alla fine si diventa una grande famiglia. Questa è una cosa bellissima: è tanto quello che insegniamo loro ma è anche tanto quello che loro danno a noi.

M.: É il principio dell’aiuto reciproco.